Passato, presente e futuro. Una storia di cultura e aggregazione
1813
La storia della biblioteca di Empoli ebbe inizio nel 1813, quando Monsignor Giovanni Marchetti, empolese diventato vescovo di Ancira, l’attuale Ankara, operò il lascito della propria libreria per consentirne l’uso pubblico. Più tardi il fondo librario fu acquistato dai suoi eredi e donato alla comunità, con la doppia clausola di garantirne l’uso pubblico e di mantenere a cura dell’autorità ecclesiastica il diritto di nominare il bibliotecario.
1833
Ma la data ufficiale della nascita della biblioteca comunale di Empoli è il 15 marzo 1833, quando venne formalmente annessa alle scuole pubbliche, atto a seguito del quale la biblioteca fu ristrutturata e divenne a tutti gli effetti pubblica.
1852
Alla morte del proposto Bonistalli, il Comune di Empoli stabilì che la nomina del bibliotecario avvenisse per concorso pubblico, che venne bandito nel 1852 segnando il definitivo distacco dalla Chiesa. Da allora il bibliotecario divenne un impiegato comunale a tutti gli effetti, e il Comune stanziò fondi specifici per gli acquisti librari fornendo alla biblioteca crescente autonomia rispetto alla scuola. Sempre nel 1852 l’Ufficio Tecnico Comunale realizzò il progetto per l’illuminazione, in modo tale da poterla aprire anche di pomeriggio.
1900
Durante l’ottocento il fondo antico della biblioteca è cresciuto grazie alla confluenza di volumi di provenienza religiosa, alle donazioni di esponenti illustri di famiglie patrizie empolesi e alle acquisizioni librarie finanziate dal Comune di Empoli.
Ad oggi, con i suoi 210 mila volumi, la biblioteca di Empoli, che è stata intitolata al poeta e scrittore Renato Fucini, è una delle cinque più grandi della Toscana. Un fondo librario che costituisce una grande ricchezza per la Città di Empoli, ed è proprio per questo la biblioteca si impegna in un intenso programma di tutela e valorizzazione delle edizioni antiche, con la collaborazione dell’Ufficio Biblioteche, Beni Librari e Attività Culturali della Regione Toscana.
2012
Uno spartiacque fondamentale nella storia della “Fucini” è stato l’intervento di consolidamento e restauro dell’edificio posto su via Cavour, chiuso nel luglio del 2012. Il cantiere, avviato a metà ottobre 2018, ha subito molti imprevisti che ne hanno rallentato i lavori, oltre allo stop forzato a causa della pandemia. Tra questi il ritrovamento di una bomba inesplosa, che costrinse l’immediata sospensione dei lavori e l’intervento degli artificieri, con successiva bonifica bellica sia nei locali interni che in alcune aree esterne. Successivamente, durante gli scavi, emerse un tratto delle vecchie mura di cinta della città, altro elemento che comportò lo slittamento dei lavori.
2023
Trascorsa l’emergenza Covid-19, l’intervento è stato finalmente completato e il 25 febbraio 2023 si tenuta l’inaugurazione dell’edificio restaurato, tornato a disposizione della comunità a distanza di undici anni. La biblioteca ha così ritrovato il suo ingresso principale, quello da via Cavour 36.
Il cantiere
Il progetto di consolidamento e restauro dell’edificio di via Cavour ha interessato 1200 metri quadrati per un investimento complessivo di circa 3 milioni di euro tra opere e servizi.
Fra i principali interventi, sono state realizzate le opere impiantistiche, il recupero completo di tutti gli infissi esterni, il consolidamento dei solai a volta del primo piano, la demolizione dei solai del mezzanino e la sostituzione del solaio di calpestio della sala Tassinari. Al piano terra, sono stati ridistribuiti gli spazi della zona utilizzata come deposito libri, con la realizzazione anche di nuovi servizi igienici. Gli altri uffici, la sala maggiore e la sala Tassinari sono stati consolidati e restaurati. In Sala Tassinari è stato eseguito inoltre uno specifico restauro delle scaffalature in legno, risalenti alla fine dell’800 e coperte dal vincolo della Soprintendenza, con un investimento di circa 230mila euro. Si è fra l’altro provveduto al recupero delle facciate: in particolare, quella che affaccia su via Da Vinci ha riacquistato l’immagine che la contraddistingueva dal 1925, tale fino alla fine degli anni Sessanta. Un’azione quindi che ha restituito pregio estetico all’edificio ma che lo ha reso anche più efficiente dal punto di vista energetico.
anni dalla sua creazione
ufficialmente nel 1813
mila volumi disponibili
fra le più grandi in Toscana
collaboratori attivi
per un efficenza maggiore